ISTITUTO COMPRENSIVO CAMPORA-AIELLO
Scuola Secondaria di primo grado plesso di Campora
                 a.s. 2020/2021

Musica, versi ed emozioni

Oggi, quattro maggio 2021, nei locali del plesso di Campora, gli alunni delle 3^ classi hanno incontrato il maestro Cipriano Martire, illustre volto del panorama musicale, che  ha presentato alle classi, nel rispetto delle norme anticovid,la sua opera musicale dedicata a “Campora”:

Testo di Antonio Furgiuele

Canto Tenore Giuseppe Morrone,

 Pianoforte Andrea Bauleo

Musica Cipriano Martire

“Inno dedicato a Campora e alle persone che le hanno dato lustro, affinché  ciò resti a ricordo imperituro”.

La Dirigente, Prof.ssa Caterina Policicchio, anello di congiunzione tra il passato e il presente della storia culturale di Campora, ha accolto calorosamente il maestro di musica, riconoscente per il suo impegno profuso a tessere le lodi delle nostre radici, attraverso versi e note, espressione di alta sensibilità poetica e musicale.

L’uomo contemporaneo avverte sempre più lo sradicamento del proprio territorio, l’omologazione della cultura che la globalizzazione tende a imporre, quindi diviene nostro compito educare al rispetto e al riconoscimento della nostra identità culturale, al recupero della memoria storica, a cogliere l’essenza e il significato delle cose, oscurate dalla superficialità odierna che vuole relegare all’oblio la nostra specificità.

In ambito pedagogico, l’ambiente è considerato ricco di infinite potenzialità formative e didattiche, favorendo una cultura aperta alla conoscenza e all’accoglienza di esso, come fonte integrante del nostro esistere.

Encomiabile l’intervento della Prof.ssa Antonia Veltri che ha declamato la “bellezza” dei versi dell’opera “Campora”, regalando alla platea attraverso l’analisi testuale, un quadro storico sociale, ripercorrendo i luoghi della memoria personale: “Campora, spiga d’oro nelle messi, fronte sudata per lavoro e stenti”. Campora, terra generosa regala opulenza, dona conforto alle mani operose e alla fatica dei suoi figli. La beltà del nostro paese è racchiusa in questa strofa:

“Spunta il sole e sopra di te si posa, Terra che di bellezza meni vanto, per specchio hai il mare che ti bagna e il cielo azzurro in testa per corona”.

Sì, alle prime luci dell’alba i tetti si coprono di fili argentei, aurei e rosso porpora, l’azzurro del mare avvolge ogni cosa, accarezza ogni pensiero e il cielo le concede la regalità che una “Regina” merita.

Lo stupore, l’incanto dinanzi alla bellezza di un paesaggio come quello di Campora non può che annullare l’antropocentrismo e favorire la proiezione del sé, generando un sentimento di rispetto, altruismo, consentendo al “bello” di trasformarsi in “bene”, al sentire soggettivo in sentire oggettivo e all’estetica in etica.

E parafrasando la celeberrima citazione di Dostoevskij che ne “L’idiota “attribuiva alla bellezza un potere salvifico: “La bellezza salverà il mondo”.

 

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