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   GLI ALUNNI DELLE CLASSI TERZE DELL’ I.C. CAMPORA  S.G., AIELLO C. E CLETO

         IN TRIBUNALE A PAOLA PER “CIAK 4…UN PROCESSO SIMULATO…’’

 

Acquista ancora più valore e significato, visti gli ultimi episodi di cronaca, “Ciak - Un processo simulato per evitare un vero processo”, progetto sull’educazione alla legalità promosso dall’USR e dalle Autorità giudiziarie minorili del tribunale di Catanzaro, che ha coinvolto in questi mesi gli studenti di 82 scuole calabresi.

Tribunale 1 alta

 

 

 

Tra le scuole partecipanti, anche gli alunni delle terze classi dell’istituto comprensivo di Campora San Giovanni, premiati anche lo scorso anno, che sono riusciti a “trascinare” per quest’anno scolastico anche i plessi di Aiello Calabro e Cleto, ampliando così il raggio di azione del progetto, il cui scopo è quello di prevenire reati che fra i minori sono sempre più frequenti, attraverso la simulazione. Partecipazione fortemente voluta soprattutto dalla Dirigente Scolastica Caterina Policicchio e dalla referente del progetto e del bullismo e cyber bullismo Concetta Mileti.

Tema centrale del processo, simulato sabato 24 marzo nelle aule del Tribunale di Paola, è stato il cyber bullismo, termine che purtroppo abbiamo imparato a causa dei numerosi episodi che coinvolgono quotidianamente un vasto numero di adolescenti e giovani.

«Il processo di oggi, che vede tre giovani imputati, è solo un “gioco”, grazie al quale però impariamo le regole sul processo, cosa sia il cyber bullismo, cosa fa un pubblico ministero, o ancora la differenza tra testimonianza e falsa testimonianza» ha detto prima dell’inizio Luciano Trovato, Presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro, tra gli ideatori del progetto insieme ai Giudici onorari Rosanna Pianini e Francesco Eboli.

Al suono della campana la Corte ha fatto il suo ingresso tra i banchi della giustizia, e il processo ha avuto inizio. Protagonista – e vittima – della storia è Gaia, che dopo una festa con i compagni di classe e qualche bicchiere di troppo, si fa scattare foto osé dai compagni, che divulgano le immagini. Da lì inizia il suo calvario: le amiche la abbandonano, i ragazzi la deridono, e tre di loro, imputati, la offendono e contribuiscono fortemente alla diffusione delle foto sui social. La vita di Gaia cambia quindi radicalmente. I genitori non riescono a gestire al meglio la situazione, essendo anche in fase di separazione, per questo la giovane, che si sente sola, vede in un gesto estremo l’unica soluzione per mettere fine alla sua sofferenza.

Dai giudici, al pubblico ministero, all’accusa, ai testimoni, alla psicologa, alla vittima, agli imputati: ogni ruolo è stato interpretato perfettamente, tanto da sorprendere positivamente Trovato, che alla fine di ogni testimonianza è riuscito a far capire ancora più a fondo quanto sia importante ogni singolo ruolo della giustizia, dando inoltre degli spunti riflessivi ai giovani in aula.

Soddisfatta anche Concetta Mileti – che nei mesi scorsi è stata formata sotto il punto di vista legislativo per rivestire al meglio la carica di referente – che con grande emozione si ritiene «soddisfatta per i risultati raggiunti in questo progetto di notevole importanza educativa». Gli altri docenti coinvolti sono stati: M.Bennardo, C. Marinaro, I. Mannarino, O. Mannarino, N. Furgiuele, con i quali ha collaborato anche l’avvocato Salvatore Politano. Ad essere presente in aula anche il rappresentante del Consiglio d’Istituto Maurizio Baldini.

Il processo è terminato tra gli applausi e i complimenti del Presidente Trovato e dei Giudici Onorari, fatti ai giovani, che si spera possano prendere spunto dalla giornata per non cadere in situazioni del genere, che irrimediabilmente cambierebbero per sempre le loro vite.

                                                                                                                               Asmara Bassetti

 

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